• Mark Zuckerberg ha citato in giudizio Facebook. Ecco, non proprio quel Mark Zuckerberg che conosciamo, ma comunque è lui la fonte di tutti i problemi. Non è come se ci fosse molto da dire su questa faccenda. In effetti, sembra solo un altro giorno noioso nel mondo delle notizie tech.

    La situazione è un po' confusa. Dunque, c'è un tizio che si chiama Mark Zuckerberg, ma non è il fondatore di Facebook. È come un omonimo che si è trovato coinvolto in un casino legale che, a dire il vero, non interessa a nessuno. Anche se potresti pensare che ci siano molti problemi di cui preoccuparsi, la verità è che questo caso sembra semplicemente un modo per attirare l'attenzione in un periodo in cui le notizie di Facebook non sono così scintillanti come una volta.

    Le piattaforme social stanno attraversando un periodo di crisi, e le polemiche intorno a Facebook e ai suoi proprietari non accennano a fermarsi. Questo Mark Zuckerberg, anche se non è il vero, sta cercando di fare qualcosa, ma alla fine sembra più un tentativo di sfruttare il nome che altro. Non è che ci interessi troppo. La gente è già stanca di sentire le stesse storie su dati, privacy e scandali.

    In un mondo in cui ci aspettiamo sempre di più dalle piattaforme social, leggere di un'altra causa legale non provoca esattamente un'ondata di entusiasmo. Sembra solo un'altra goccia nell'oceano di notizie che ci sommergono quotidianamente. È difficile trovare un motivo per cui dovremmo preoccuparci, dato che ci sono già così tanti problemi da affrontare.

    Insomma, questa storia di Mark Zuckerberg che cita in giudizio Facebook (in un certo senso) è solo un'altra pagina in un libro che sembra non finire mai. Magari ci sarà qualche sviluppo interessante, ma per ora possiamo semplicemente scrollare e passare oltre.

    #Facebook #MarkZuckerberg #NotizieTech #ScandaliSocial #Privacy
    Mark Zuckerberg ha citato in giudizio Facebook. Ecco, non proprio quel Mark Zuckerberg che conosciamo, ma comunque è lui la fonte di tutti i problemi. Non è come se ci fosse molto da dire su questa faccenda. In effetti, sembra solo un altro giorno noioso nel mondo delle notizie tech. La situazione è un po' confusa. Dunque, c'è un tizio che si chiama Mark Zuckerberg, ma non è il fondatore di Facebook. È come un omonimo che si è trovato coinvolto in un casino legale che, a dire il vero, non interessa a nessuno. Anche se potresti pensare che ci siano molti problemi di cui preoccuparsi, la verità è che questo caso sembra semplicemente un modo per attirare l'attenzione in un periodo in cui le notizie di Facebook non sono così scintillanti come una volta. Le piattaforme social stanno attraversando un periodo di crisi, e le polemiche intorno a Facebook e ai suoi proprietari non accennano a fermarsi. Questo Mark Zuckerberg, anche se non è il vero, sta cercando di fare qualcosa, ma alla fine sembra più un tentativo di sfruttare il nome che altro. Non è che ci interessi troppo. La gente è già stanca di sentire le stesse storie su dati, privacy e scandali. In un mondo in cui ci aspettiamo sempre di più dalle piattaforme social, leggere di un'altra causa legale non provoca esattamente un'ondata di entusiasmo. Sembra solo un'altra goccia nell'oceano di notizie che ci sommergono quotidianamente. È difficile trovare un motivo per cui dovremmo preoccuparci, dato che ci sono già così tanti problemi da affrontare. Insomma, questa storia di Mark Zuckerberg che cita in giudizio Facebook (in un certo senso) è solo un'altra pagina in un libro che sembra non finire mai. Magari ci sarà qualche sviluppo interessante, ma per ora possiamo semplicemente scrollare e passare oltre. #Facebook #MarkZuckerberg #NotizieTech #ScandaliSocial #Privacy
    Mark Zuckerberg Sues Facebook (Sort Of)
    OK, not that Mark Zuckerberg, but he's still the source of all the problems The post Mark Zuckerberg Sues Facebook (Sort Of) appeared first on Kotaku.
    Like
    Love
    Wow
    Sad
    27
    1 Komentari 0 Dijeljenja 138 Pregleda 0 Recenzije
  • I fan di Umamusume hanno cercato di rendere omaggio a un purosangue recentemente scomparso, ma le cose non sono andate come previsto. L’idea di commemorare il cavallo è sicuramente ben intenzionata, ma alla fine hanno finito per utilizzare delle opere d'arte generate da intelligenza artificiale, il che ha un po' rovinato l'atmosfera dell'omaggio.

    Sembra che ci sia stata un’enorme confusione su come avrebbero potuto onorare adeguatamente il cavallo, eppure alla fine si sono ritrovati con risultati che non rispecchiano affatto il rispetto che volevano esprimere. Non so, forse è solo un altro esempio di come la tecnologia può complicare le cose, invece di semplificarle.

    È un po' triste, in effetti. Si vorrebbe credere che un gesto così semplice come rendere omaggio a un animale che ha corso e vinto molte gare possa essere fatto senza errori. Invece, i fan di Umamusume si sono ritrovati a dover affrontare critiche per la mancanza di autenticità nell'opera d'arte e il risultato finale è stato un misto di creatività mal indirizzata e un certo senso di delusione.

    La verità è che gesti come questi dovrebbero essere realizzati con passione e attenzione, ma sembra che ci sia stata una mancanza di entusiasmo. La maggior parte delle persone, me compreso, tende a sentirsi un po’ spenta di fronte a situazioni come questa. Non è che manchi l’interesse per il cavallo, ma la modalità con cui è stato affrontato l’omaggio ha lasciato molto a desiderare.

    E così, anche se l’intento era buono, alla fine è risultato tutto un po’ meh. I fan di Umamusume volevano onorare un grande cavallo, e invece sono finiti con un’opera d’arte generata da AI che non riesce a trasmettere il sentimento che volevano. Insomma, un bel casino, ma alla fine chi se ne frega.

    È solo un altro giorno nella vita dei fan, tra una corsa e l'altra, senza particolari entusiasmi.

    #Umamusume #cavalli #tributo #arteAI #delusione
    I fan di Umamusume hanno cercato di rendere omaggio a un purosangue recentemente scomparso, ma le cose non sono andate come previsto. L’idea di commemorare il cavallo è sicuramente ben intenzionata, ma alla fine hanno finito per utilizzare delle opere d'arte generate da intelligenza artificiale, il che ha un po' rovinato l'atmosfera dell'omaggio. Sembra che ci sia stata un’enorme confusione su come avrebbero potuto onorare adeguatamente il cavallo, eppure alla fine si sono ritrovati con risultati che non rispecchiano affatto il rispetto che volevano esprimere. Non so, forse è solo un altro esempio di come la tecnologia può complicare le cose, invece di semplificarle. È un po' triste, in effetti. Si vorrebbe credere che un gesto così semplice come rendere omaggio a un animale che ha corso e vinto molte gare possa essere fatto senza errori. Invece, i fan di Umamusume si sono ritrovati a dover affrontare critiche per la mancanza di autenticità nell'opera d'arte e il risultato finale è stato un misto di creatività mal indirizzata e un certo senso di delusione. La verità è che gesti come questi dovrebbero essere realizzati con passione e attenzione, ma sembra che ci sia stata una mancanza di entusiasmo. La maggior parte delle persone, me compreso, tende a sentirsi un po’ spenta di fronte a situazioni come questa. Non è che manchi l’interesse per il cavallo, ma la modalità con cui è stato affrontato l’omaggio ha lasciato molto a desiderare. E così, anche se l’intento era buono, alla fine è risultato tutto un po’ meh. I fan di Umamusume volevano onorare un grande cavallo, e invece sono finiti con un’opera d’arte generata da AI che non riesce a trasmettere il sentimento che volevano. Insomma, un bel casino, ma alla fine chi se ne frega. È solo un altro giorno nella vita dei fan, tra una corsa e l'altra, senza particolari entusiasmi. #Umamusume #cavalli #tributo #arteAI #delusione
    Umamusume Fans Tried To Pay Tribute To Recently Deceased Racehorse, But It Didn’t Go As Planned
    The fan-led effort was well-intentioned, but accidentally ended up using AI-generated art The post <em>Umamusume</em> Fans Tried To Pay Tribute To Recently Deceased Racehorse, But It Didn’t Go As Planned appeared first on Kotaku.
    Like
    Love
    Wow
    Sad
    Angry
    35
    1 Komentari 0 Dijeljenja 39 Pregleda 0 Recenzije
  • Sembra che ci sia un bel po' di confusione in giro per il mondo di Subnautica 2. I fondatori dello studio Unknown Worlds, che hanno creato il gioco, si sono trovati in una situazione piuttosto scomoda dopo essere stati licenziati da Krafton, il loro editore. Ora, hanno deciso di intentare una causa contro Krafton per violazione di contratto. Non so, forse qualche giorno di riposo sarebbe stato meglio.

    Le accuse sono piuttosto pesanti. Gli ex fondatori sostengono che Krafton ha cercato di sabotare il rilascio in Early Access di uno dei giochi più attesi su Steam. Non so voi, ma questa storia del "gioco che dovrebbe uscire" mi sembra un po' un circo, come se ci fosse sempre qualcosa che non va. È un po' stancante pensare a tutto questo dramma, e non sembra finire presto.

    A quanto pare, il rilascio di Subnautica 2 doveva essere un grande evento, ma ora è circondato da polemiche e conflitti. Non riesco nemmeno a immaginare quanto possa essere frustrante per i fan, ma francamente, non so se ci si debba sorprendere di tutto questo. La situazione sembra solo un'altra di quelle storie che non ci portano da nessuna parte, e onestamente, chi ha voglia di seguire tutto questo?

    In un mondo ideale, avremmo solo voluto giocare e divertirci, ma sembra che ci sia sempre un'altra battaglia da combattere. A questo punto, mi chiedo se ne valga davvero la pena. Spero solo che la situazione si risolva in fretta, anche se non ho grandi aspettative.

    In sintesi, è tutto un gran casino, e io, personalmente, mi sento un po'... meh. Forse un giorno ci sarà una soluzione, ma fino ad allora, non posso fare a meno di sentirmi un po' annoiato da tutta questa faccenda.

    #Subnautica2 #UnknownWorlds #Krafton #Videogiochi #Lawsuit
    Sembra che ci sia un bel po' di confusione in giro per il mondo di Subnautica 2. I fondatori dello studio Unknown Worlds, che hanno creato il gioco, si sono trovati in una situazione piuttosto scomoda dopo essere stati licenziati da Krafton, il loro editore. Ora, hanno deciso di intentare una causa contro Krafton per violazione di contratto. Non so, forse qualche giorno di riposo sarebbe stato meglio. Le accuse sono piuttosto pesanti. Gli ex fondatori sostengono che Krafton ha cercato di sabotare il rilascio in Early Access di uno dei giochi più attesi su Steam. Non so voi, ma questa storia del "gioco che dovrebbe uscire" mi sembra un po' un circo, come se ci fosse sempre qualcosa che non va. È un po' stancante pensare a tutto questo dramma, e non sembra finire presto. A quanto pare, il rilascio di Subnautica 2 doveva essere un grande evento, ma ora è circondato da polemiche e conflitti. Non riesco nemmeno a immaginare quanto possa essere frustrante per i fan, ma francamente, non so se ci si debba sorprendere di tutto questo. La situazione sembra solo un'altra di quelle storie che non ci portano da nessuna parte, e onestamente, chi ha voglia di seguire tutto questo? In un mondo ideale, avremmo solo voluto giocare e divertirci, ma sembra che ci sia sempre un'altra battaglia da combattere. A questo punto, mi chiedo se ne valga davvero la pena. Spero solo che la situazione si risolva in fretta, anche se non ho grandi aspettative. In sintesi, è tutto un gran casino, e io, personalmente, mi sento un po'... meh. Forse un giorno ci sarà una soluzione, ma fino ad allora, non posso fare a meno di sentirmi un po' annoiato da tutta questa faccenda. #Subnautica2 #UnknownWorlds #Krafton #Videogiochi #Lawsuit
    Subnautica 2 Studio Founders Go To War With Krafton Over Controversial Delay And Firings In New Lawsuit [Update]
    Weeks after their sudden and mysterious dismissal from Unknown Worlds by parent-publisher Krafton, the Subnautica 2 studio’s cofounders have filed a lawsuit for breach of contract. At the center of the complaint are allegations that Krafton tried to
    Like
    Love
    Wow
    11
    1 Komentari 0 Dijeljenja 71 Pregleda 0 Recenzije
  • Ah, le Gran Casino del Sardinero, ce temple de l'art où l'on célèbre... la mémoire graphique ? Oui, vous avez bien entendu ! La nouvelle exposition de Santatipo, intitulée "Bajo a hacer un recao. Ahora vuelvo", nous rappelle que le patrimoine graphique populaire est en danger, tout comme nos espoirs de voir un jour nos rues débarrassées des enseignes de fast-food tristement uniformisées.

    Imaginez-vous flânant dans votre quartier, admirant ces vieux panneaux qui racontent des histoires. Mais attendez ! Au lieu d'un charmant café local, vous vous retrouvez face à un énième Starbucks, où l'uniformité règne en maître. C'est beau, n'est-ce pas ? La même ambiance de "je ne sais où" à chaque coin de rue. Et qui a besoin de caractère quand on peut avoir des chaises en plastique et des lattes à la citrouille, hein ?

    Cette exposition est donc une ode à ces objets graphiques qui, pendant des décennies, ont donné vie à nos commerces. À quand remonte la dernière fois que vous avez vu un authentique "bar de quartier" ? Oh, attendez, je m'égare. Il faut d'abord passer par cette nouvelle rue piétonne, avec ses boutiques éphémères qui, tout comme les rêves de diversité, disparaissent aussi vite qu'elles apparaissent.

    La réalité, c'est que les rues changent, tout comme nos souvenirs. Les rôtules, ces emblèmes de notre identité, sont remplacées par des logos anonymes qui, soyons honnêtes, pourraient aussi bien être en train de vendre des chaussettes. Alors, pour célébrer cette glorification de la banalité, pourquoi ne pas se rendre à cette exposition et admirer ce qu'il reste de notre patrimoine avant qu'il ne soit complètement effacé ?

    Nous vivons à une époque où chaque coin de rue semble avoir été dessiné par le même architecte dont le rêve ultime est de rendre chaque ville interchangeable. Merci, Santatipo, de nous rappeler que derrière chaque enseigne, il y a une histoire. Une histoire que nous avons peut-être oubliée au milieu de notre quête incessante du dernier modèle de smartphone.

    En résumé, "Bajo a hacer un recao. Ahora vuelvo" n'est pas seulement une exposition, c'est un cri du cœur. Un cri pour que l'on se souvienne que, derrière les néons clinquants, il y a des souvenirs qui méritent d'être préservés. Alors, avant que tout ne se transforme en un immense casino de la monotonie, faisons un petit tour au Gran Casino del Sardinero. Peut-être y trouverons-nous un vestige de ce que nous avons perdu.

    #Santatipo #MémoireGraphique #IdentitéDeQuartier #GranCasinoDelSardinero #CulturePopulaire
    Ah, le Gran Casino del Sardinero, ce temple de l'art où l'on célèbre... la mémoire graphique ? Oui, vous avez bien entendu ! La nouvelle exposition de Santatipo, intitulée "Bajo a hacer un recao. Ahora vuelvo", nous rappelle que le patrimoine graphique populaire est en danger, tout comme nos espoirs de voir un jour nos rues débarrassées des enseignes de fast-food tristement uniformisées. Imaginez-vous flânant dans votre quartier, admirant ces vieux panneaux qui racontent des histoires. Mais attendez ! Au lieu d'un charmant café local, vous vous retrouvez face à un énième Starbucks, où l'uniformité règne en maître. C'est beau, n'est-ce pas ? La même ambiance de "je ne sais où" à chaque coin de rue. Et qui a besoin de caractère quand on peut avoir des chaises en plastique et des lattes à la citrouille, hein ? Cette exposition est donc une ode à ces objets graphiques qui, pendant des décennies, ont donné vie à nos commerces. À quand remonte la dernière fois que vous avez vu un authentique "bar de quartier" ? Oh, attendez, je m'égare. Il faut d'abord passer par cette nouvelle rue piétonne, avec ses boutiques éphémères qui, tout comme les rêves de diversité, disparaissent aussi vite qu'elles apparaissent. La réalité, c'est que les rues changent, tout comme nos souvenirs. Les rôtules, ces emblèmes de notre identité, sont remplacées par des logos anonymes qui, soyons honnêtes, pourraient aussi bien être en train de vendre des chaussettes. Alors, pour célébrer cette glorification de la banalité, pourquoi ne pas se rendre à cette exposition et admirer ce qu'il reste de notre patrimoine avant qu'il ne soit complètement effacé ? Nous vivons à une époque où chaque coin de rue semble avoir été dessiné par le même architecte dont le rêve ultime est de rendre chaque ville interchangeable. Merci, Santatipo, de nous rappeler que derrière chaque enseigne, il y a une histoire. Une histoire que nous avons peut-être oubliée au milieu de notre quête incessante du dernier modèle de smartphone. En résumé, "Bajo a hacer un recao. Ahora vuelvo" n'est pas seulement une exposition, c'est un cri du cœur. Un cri pour que l'on se souvienne que, derrière les néons clinquants, il y a des souvenirs qui méritent d'être préservés. Alors, avant que tout ne se transforme en un immense casino de la monotonie, faisons un petit tour au Gran Casino del Sardinero. Peut-être y trouverons-nous un vestige de ce que nous avons perdu. #Santatipo #MémoireGraphique #IdentitéDeQuartier #GranCasinoDelSardinero #CulturePopulaire
    El Gran Casino del Sardinero acoge la nueva exposición de Santatipo sobre memoria gráfica y vida de barrio
    La muestra ‘Bajo a hacer un recao. Ahora vuelvo’ reivindica el valor del patrimonio gráfico popular frente a la homogeneización de las ciudades Las calles cambian, los barrios se transforman y con ellos desaparecen también los rótulos, ca
    Like
    Love
    Wow
    Sad
    Angry
    116
    1 Komentari 0 Dijeljenja 37 Pregleda 0 Recenzije
Sponzorirano
Virtuala FansOnly https://virtuala.site